lunedì 31 maggio 2010

Rhymes and reasons

A volte i pensieri partono e non puoi fare altro che seguire il loro sottile filo. Non sai dove ti portano ma non puoi opporti a loro.
Oggi è successo così e questa canzone è il risultato di quei pensieri. Una canzone che non ascoltavo da almeno 20 anni. Una canzone che mi emoziona sempre.

So you speak to me of sadness
And the coming of the winter
Fear that is within you now
It seems to never end
And the dreams that have escaped you
And the hope that you’ve forgotten
You tell me that you need me now
You want to be my friend

And you wonder where we’re going
Where’s the rhyme and where’s the reason
And it’s you who cannot accept
It is here we must begin
To seek the wisdom of the children
And the graceful way of flowers in the wind

For the children and the flowers
Are my sisters and my brothers
Their laughter and their loveliness
Could clear a cloudy day

Like the music of the mountains
And the colours of the rainbow
They’re a promise of the future
And a blessing for today
Though the cities start to crumble
And the towers fall around us
The sun is slowly fading
And it’s colder than the sea

It is written from the desert
To the mountains they shall lead us
By the hand and by the heart
They will comfort you and me
In their innocence and trusting
They will teach us to be free

For the children and the flowers
Are my sisters and my brothers
Their laughter and their loveliness
Could clear a cloudy day

And the song that I am singing
Is a prayer to non believers
Come and stand beside us
We can find a better way

Words and music by John Denver

domenica 30 maggio 2010

E' iniziata la stagione...


Felice di essere di nuovo tra voi.

Oggi ho dato inizio alla stagione balneare. Il tempo ha retto per un pò, poi si è alzata l'aria e non era possibile restare. E' stato comunque bello, nelle prime ore. Sentire il sole bruciare sulla pelle pallida, camminare coi piedi nell'acqua fresca, rivedere facce note, leggere col profumo del mare tra le pagine...

sabato 29 maggio 2010

venerdì 28 maggio 2010

Per Stefania


AUGURI!!!!

mercoledì 26 maggio 2010


Ben tornate amiche mie!

martedì 25 maggio 2010

domenica 23 maggio 2010

mercoledì 19 maggio 2010

Gita scolastica

Una giornata intera con loro mi rigenera..mi fa ridere...mi fa piangere...mi fa tornare ai miei 16 anni quando tutto è troppo serio e troppo grande. Sanno ridere per niente e si divertono con niente. Fiori.

lunedì 17 maggio 2010

venerdì 14 maggio 2010

martedì 11 maggio 2010

oh poverella, non esisti!

Insomma qualche giorno senza internet e mi sembra di impazzire.
Questa dipendenza non è normale. Niente blog, niente posta, niente di niente.
In compenso ho lavato, stirato e curato i miei fiori.
Ammè però con internet mi piace di più .... esisto!:-))))

sabato 8 maggio 2010

Elogio di Jean-Baptiste Adamsberg (e degli Evangelisti)






Breve invito a leggere, se non lo fate già, le saghe di Fred Vargas.
Dei libri bisogna parlarne quando ci stai dentro, ben bene. Altrimenti, poi, ti dimentichi i particolari. Le emozioni. La bellezza.
Così, qualche sera fa, mentre trattenevo a stento i sorrisi per la descrizione monumentale di un dialogo in un bar in Normandia, avevo la netta percezione di frequentare da mesi un gruppo di personaggi adorabili. Nati, tutti, da una penna assai felice. Quella di Fred Vargas.
Una frequentazione così felice da giustificare, per gratitudine, un piccolo tributo. Questo.
Premessa: adoro i romanzi seriali, le saghe letterarie. Sono cresciuto con Pepe Carvalho, Benjamin Malaussene e Julius Il Cane.
Ho letto in fila, rigorosamente cronologica, le opere di Kurt Vonnegut e Isaac Asimov, Stefano Benni e Gabo Marquez. Tengo ancora da parte un libro di José Saramago, i cui libri che mi accompagnano dal '91, non perché non voglia leggerlo ma per l'illusione di avere sempre qualcosa di suo da leggere: come il galeone di Dylan Dog (che lui non finisce mai di costruire, altrimenti poi che fa?), come il nuovo film di Clint Eastwood, senza il quale non si vive (o si vive male: che è anche peggio).
Ho pianto con Fabio Montale e la saga monumentale di Jean-Claude Izzo, ho provato ad essere ultimo passero sul ramo con Johnny e Milton, nei reticoli della guerra civile di Beppe Fenoglio. E ho sputato fiele, ingoiando rospi, con l'Alligatore di Massimo Carlotto, uno dei pochi rinati veri di questo paese.

Ero, quindi, ampiamente fertile, ricettivo, per i romanzi (seriali) di Fred Vargas. Da queste parti, nei dibattiti, la si cita più che altro perché amica di Cesare Battisti, a cui ha anche dedicato un libro (ovviamente mai tradotto). E' un dettaglio  - importante - nella storia di una scrittrice che usa uno pseudonimo, specializzata in medievistica (come un suo personaggio), figlia di una chimica e di un surrealista: bel melange.
E' a lei che dobbiamo la nascita di personaggi straordinari. Jean-Baptiste Adamsberg, Louis Kelweihler detto "Il Tedesco" (uno che porta con sé un rospo, Bufo, strano caso di animale domestico da nascondere in tasca) e i Tre Evangelisti.
La Vargas scrive gialli di cui quasi sempre si intuisce subito il colpevole. L'interesse è altrove. Non nei particolari macabri (che non ci sono: non è Patricia Cornwell), ma nella caratterizzazione dei personaggi.
Da noi la pubblica Einaudi, che malauguratamente non ne ha rispettato l'ordine cronologico, trattando le due saghe (quella di Adamsberg e quella degli Evangelisti, che ogni tanto si incrociano) un po' come Mediaset con il Dottor House.
Il mio consiglio, se non l'avete letta già, è invece quello di seguire l'ordine cronologico, da Chi è morto alzi la mano in poi.
Avvertenza: qualcosa deve ancora essere pubblicato (le prime cose, alcuni racconti) e i libri migliori non sono i primi - la Vargas è andata migliorando, lo scarto si avverte da Io sono il Tenebroso in poi -, ma seguendo l'ordine cronologico apprezzerete tutti i dettagli. Che sono, va da sé, fondamentali.
Ognuno ha i suoi personaggi preferiti.
Gli Evangelisti sono straordinari. Vivono in una "topaia" parigina, sono tre storici. Al piano terra c'è l'esperto di preistoria, Mathias, silenzioso e monumentale; gira quasi sempre nudo, al massimo sandali e un paio di pantaloni tenuti su da una cintura di spago. Al primo piano abita Marc, il medievista, il più presente dei tre, romantico e passionale; si guadagna da vivere facendo i lavori domestici nelle case-bene e - quando è costretto - risolvendo casi con il Tedesco o Adamsberg. Al secondo piano troverete Lucien, esperto di prima guerra mondiale, logorroico e vulcanico. In mansarda, a dominare il caos del mondo, l'epicureo Adrian Vandoosler, zio di Marc ed ex poliziotto, cacciato per avere aiutato un criminale a scappare. E' lui a chiamare - provocatoriamente - i tre ragazzi "evangelisti": San Matteo, San Marco (il nipote) e San Luca.
C'è poi il Tedesco, una gamba saltata in un incendio e carattere umorale, archivio pazzesco (lavorava al Ministero) e una metodologia di indagine abbastanza simile - nella sua imponderabilità - a quella di Adamsberg. Per questo, forse, non è stato sviluppato abbastanza (ed è un peccato: i duetti con San Marco in Io sono il Tenebroso o la sua apparizione in Un po' più in là sulla destra sono da antologia).

Strada facendo, il vero protagonista diventa però Jean-Baptiste Adamsberg. Un commissario sui generis, venuto dai Pirenei. Uno "spalatore di nuvole", come lo chiama un collega canadese in Sotto i venti di Nettuno (tassello chiave della saga).
Adamsberg, semplicemente, è irrinunciabile. Risolve i casi senza ricorrere minimamente alla logica. Si limita a camminare per ore, aspettando - quasi come una condanna - la folgorazione, l'intuizione inspiegabile (e infallibile).
Il suo metodo è una tortura per la razionalità del Comandante Adrien Danglard, suo socio e contraltare, dotto poliziotto che conosce tutto lo scibile umano, è mediamente alcolizzato e cresce da solo cinque figli (è stato abbandonato).
Adamsberg è un tipo lunare, non si ricorda mai i nomi, si addormenta durante le conferenze, ha una non-fidanzata (Camille) e un figlio (Thomas) che addormenta semplicemente toccandolo con il palmo della mano: una delle sue molte doti misteriose.
Ha un grande nemico, il mefistofelico Giudice Fevre, e alcuni collaboratori particolari, tra cui la gigantesca tenente Retancourt, che "converte la sua forza in tutto quello che vuole": agilità, furbizia, potenza.
Ogni tanto si rifugia da un'amabile vecchietta, Clementine, conosciuta durante un caso (Parti in fretta e non tornare), che a sua volta vive con un'amica (vecchietta pure lei) hacker.

L'universo di Fred Vargas è ricco e folle, magico e sfaccettato. Uno straordinario compagno di viaggio. Dopo qualche pagina, arriverete a pensare come Adamsberg.
A ritenere normali le sue evoluzioni cerebrali, la sua spericolata e adorabilissima stranezza.
Sono tempi freddi, ognuno ha bisogno di un accappatoio caldo, fuori piove un mondo freddo (cit). Adamsberg, e i suoi compagni, sono splendidi accappatoi. Fidatevi.

Andrea Scanzi - La Stampa

venerdì 7 maggio 2010

L'ospite inatteso



Questa mattina ho comprato un mazzo di garofani dei poeti. A casa li ho scartati per metterli in vaso....e ho trovato un ospite!
Ora è nel giardino qui sotto. Spero si trovi bene nella sua nuova casa.

mercoledì 5 maggio 2010

Aria di pioggia.


Nuvole cariche, vento, raggi di sole temerari.

Geraneo...


...come quelli di Stoccolma. In onore al nostro viaggio.

bolla di sapone

Lo sai ched’è la Bolla de Sapone?
l’astuccio trasparente d’un sospiro.Uscita da la canna vola in giro,sballottolata senza direzzione,pe’ fasse cunnalà come se sia dall’aria stessa che la porta via.Una farfalla bianca, un certo giorno,ner vede quela palla cristallina che rispecchiava come una vetrina tutta la robba che ciaveva intorno,j’agnede incontro e la chiamò: - Sorella,fammete rimirà! Quanto sei bella!Er celo, er mare, l’arberi, li fiori pare che t’accompagnino ner volo:e mentre rubbi, in un momento solo,tutte le luci e tutti li colori,te godi er monno e te ne vai tranquilla ner sole che sbrilluccica e sfavilla.
-La bolla de Sapone je rispose: So’ bella, sì, ma duro troppo poco. La vita mia, che nasce per un gioco come la maggior parte de le cose, sta chiusa in una goccia... Tutto quanto finisce in una lagrima de pianto.

Trilussa

Independence day

E' arrivato. Per ora siamo al divieto di sosta. Poi si vedrà. Per me è ancora un cucciolo.

Il primo iris della stagione







I figli dei figli dei bulbi della nonna.....
Tanto tempo fa.....

martedì 4 maggio 2010

Un sito, una delizia:-)

Unisce il gusto del cibo al piacere delle foto, buona navigazione
http://www.cavolettodibruxelles.it

colori o bianco e nero?

 

Confusione


... che poi al mattino viene il panico. E poi passa. Perchè la mente non può tenere tutto dentro. E non possiamo avere tutto sotto controllo.

Questa pagina..








Questa pagina ha bisogno di una pennellata di rosso!

domenica 2 maggio 2010

Vecchia fiaba africana



Un vecchio re morente chiama la famiglia al capezzale. Dà un bastone corto e robusto ai numerosi figli, mogli e parenti. Rompete il bastone, dice loro. Con un pò di fatica tutti riescono a spezzarlo a metà.
Ecco come vanno le cose quando un'anima è sola e senza nessuno. E' facile spezzarla.
Poi il vecchio dà un altro bastone a tutti i famigliari e dice Ecco come vorrei che viveste dopo la mia dipartita. Riunite insieme due o tre bastoni e ora spezzate a metà il fascio.
Nessuno riesce a spezzare due o tre bastoni insieme. Il vecchio sorride: Siamo forti quando stiamo con un'altra anima. Quando siamo con gli altri, non ci possono spezzare.